Taranta Peligna e la lana hanno una storia lunga, quanto gli antichi "Tratturi" percorsi dalle greggi durante la "transumanza", descritti dal D'Annunzio come - un erbal fiume silente - che dalle montagne abruzzesi giungevano alle pianure e i mari della vicina Puglia.

Sul fiume Aventino le pecore venivano lavate per essere tosate prima di monticare fra i pascoli della Montagna Madre.
 Ai piedi del Vallone di Taranta sul fiume Aventino, Taranta oggi è uno splendido paese dell'Abruzzo immerso nella natura, dove l'acqua è abbondante e pura.

Nel XVI secolo, Taranta era una laboriosa cittadina dell'Italia centrale, lo testimoniano le scritte incise sulle mura dei resti della Chiesa di San Biagio, patrono di Taranta, che datano con precisione l'avvio e la fine dei lavori per l'edificazione del campanile.

Il portale di San Biagio, sicuramente della stessa epoca, è un opera di straordinaria importanza e bellezza.
Dedicato anch'esso al Santo protettore dei "lanaiuoli" e dei "cardatori di lana" che subì inenarrabili sofferenze infertegli con pettini di ferro molto simili agli strumenti utilizzati per "cardare la lana", l'opera lignea, con la sua imponenza, testimonia il livello artistico, culturale ed economico raggiunto nel territorio della Maiella Orientale durante il periodo medioevale.

Probabilmente nasce a Pescocostanzo, fra il XVI e il  XVII secolo l'arte della tessitura abruzzese, grazie alla presenza di donne arabe tessitrici. L'innovativa tecnica di lavorazione del filato aprì di fatto un nuovo orizzonte alla nascente Industria Laniera Abruzzese.

Qualche secolo dopo troviamo un fiorente distretto industriale borbonico nella Valle dell'Aventino, specializzato nella trasformazione della lana. Venivano prodotte stoffe grezze, dure e forti. Il prodotto più celebre fu il tessuto nero di lana infeltrita utilizzato come mantello dalle truppe borboniche, "La Tarantina". Il nome chiaramente allude a Taranta Peligna.

Bisogna aspettare il XIX secolo per assistere alla nascita della Coperta Abruzzese così come la conosciamo oggi.
Ma Taranta Peligna non è solo "Coperta Abruzzese".

Nel Vallone di Taranta ci sono le Grotte del Cavallone raggiungibili con la funivia che dai 700 mt della partenza porta il visitatore fino a quota 1.500 mt, raggiungendo così l'ingresso delle grotte del Cavallone.
  Per chi volesse fare una visita virtuale delle Grotte c'è "CavalloneEasy" il museo multimediale.

Al suo interno sono ricostruiti gli ambienti ipogei con stalattiti, stalagmiti, stillicidio, umidità e temperatura simile a quella che si può percepire nelle Grotte del Cavallone. Si può entrare "virtualmente" fra le cavità delle grotte, quindi navigare fra gli ambienti grazie ad enormi touch screen collocati nel museo che contengono percorsi animati da foto sferiche (modello google street).

Siamo nel Parco Nazionale della Majella, da qui transitano attrezzati sentieri di montagna.

Il Parco Naturalistico delle "Acque Vive" di fronte al Lanificio Merlino, è il luogo ideale per trascorrere una giornata immersi nella natura. Il piccolo parco fluviale dispone di: orto botanico, percorso natura, area pik nik, servizi e ristorante.

Da non perdere: la Chiesa di San Nicola di Bari, il Santuario della Madonna della Valle, il sacrario della Brigata Maiella.

C'è un ottima accoglienza a Taranta Peligna. Buona ricettività e buona ristorazione.

Visita il nostro territorio


Complesso Turistico Grotte del Cavallone.
Nel Vallone di Taranta, risalendo sulla statale.
www.grottedelcavallone.it


Il Castello medioevale si trova a Roccascalegna, 30 km da Taranta.
Antica torretta longobarda, presidio militare, oggi luogo di visita.
www.castellodiroccascalegna.it


Iuvanum, insediamento Sannita, città romana, monastero benedettino.
Oggi Parco e Museo Archeologico.
Si trova sulla strada per Montenerodomo, 15 Km da Taranta
www.iuvanum.it


Per tutto il resto.
MaiaWeb
Intormazione turistica fra la Maiella e la costa dei trabocchi
www.maiaweb.it